D’estate le vedi luccicare tra gli alberi, sembrano stelle, nel buio della notte, ma così vicine da poterle toccare.
Portano con se ogni anno, quando tornano, tanti bei ricordi, troppo lontani: quando tutto era più facile e d’estate si stava sotto la grande quercia ad ascoltare le favole della Nonna, il sole scottava meno, e ogni giorno si viveva un’avventura diversa, si partiva con le biciclette e si cercava qualcosa di indimenticabile , tornando poi, senza niente di che, ma con le ginocchia sbucciate che solo la mamma sapeva curare.
Poi arrivata la sera, fino a tardi si stava a cercare di raccogliere quelle stelle piccine per metterle in un barattolo bucato e poterle tenere con se almeno per una notte, canticchiando una filastrocca nella speranza di attirarne di più :
<<Lucciola Lucciola vieni da me, che ti do il pan del Re , il pan del Re e della Regina, Lucciola Lucciola vieni vicina!>>
Bastava poco per essere una famiglia, per essere felici davvero.